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De Rossi:"Sto troppo bene a Roma"

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De Rossi:"Sto troppo bene a Roma" Empty De Rossi:"Sto troppo bene a Roma"

Messaggio Da ..P!$3.. Mar Lug 01, 2008 3:53 pm

La conferenza stampa integrale di Daniele De Rossi, il giorno dopo il suo rinnovo fino al 2012 con la Roma.

Appena smaltita la delusione dell'Europeo, è arrivata questa grande notizia del rinnovo. Sensazioni?
"Positive, positivissime, anche se non era una notizia inaspettata. Con la società avevamo già parlato, mancavano solo dettagli, solo la firma, era vero. Vedo tanta felicità nei tifosi per questo rinnovo, sono contento".
Cosa rappresenta per un calciatore sentirsi una bandiera?
"E' una fortuna per un calciatore che nutre un sentimento importante per una società. Per me è sempre stato così, anche da bambino. Per me sarà una gioia in più giocare con questa maglia".
Tra poche ore finirà l’era Donadoni e inizierà il Lippi bis. Un tuo pensiero su questi due allenatori.
“Sull’allenatore che entra l’ho detto varie volte, mi ha fatto esordire in nazionale, mi ha dato fiducia, me l’ha ridata dopo la gomitata e mi ha fatto rientrare nella finale del mondiale facendomi togliere una soddisfazione incredibile . Basterebbe quell’episodio per raccontare la stima che ho di Lippi. Se doveva andare via Donadoni, ben venga Lippi. Poi mi dispiace molto che sia andato via Donadoni, l’ho sentito qualche giorno fa. Mi dispiace per la persona, per le difficoltà che ha avuto, soprattutto ambientali”.
Come spiegheresti a chi non è di Roma questo rinnovo?
“Un progetto importante. Chi non è di Roma secondo me capisce questo tipo di rinnovo. La società e lo staff tecnico hanno lavorato molto bene. La voglia di continuare a far bene c’è. L’onore sentrsi desiderato in questa città, da questa tifoseria e da questa società. Non si è mai parlato di quante offerte ha rifiutato la famiglia Sensi, un pizzico di gratitudine perchè mi ha reso calciatore, famoso e ricco. Non viene sicuramente per ultimo il progetto tecnico”.
Che consigli daresti ad Aquilani in questo momento per il rinnovo?
“I consigli glieli do in privato. Abbiamo parlato di questa cosa, ci si deve trovare nelle situazioni. Quando si fa n contratto, in qualsiasi lavoro, ognuno cerca di tirare l’acqua al suo mulino. E’ stato così anche per me e sarà sempre così anche per me. Non so i dettagli, quando si è parlato del mio contratto nessuno ha messo bocca. Penso che il desiderio di Alberto sia quello di restare alla Roma e anche la società lo vuole tenere”.
Cosa hai detto a Mutu quando lo hai incontrato?
“Gli ho dato un consiglio su come tirare il rigore. A parte i scherzi non ho avuto occasione di parlaci. E’ un ottimo giocatore, ha fatto bene. La Roma comunque è sempre stata competitiva e lo sarà anche quest’anno. Siamo sulla strada giusta. Abbiamo preso due ottimi giocatori, fino al 31 agosto c’è tempo”.
C’è stato un momento che qualche sirena in questi anni ti ha fatto venire qualche dubbio?
“Non le ho mai sentite, perché la società le rimandava al mittente. La famiglia Sensi, Rosella, il presidente, Pradè, Conti, la Mazzoleni, non le hanno mai ascoltate. Con i fatti mi hanno dimostrato che volevano che rimanessi. Totti mi ha sempre consigliato di rimanere. Ci sono tante componenti che ti portano a rimanere a Roma. La storia calcistica di Francesco mi affascinava, spero di proseguire la sua stessa strada. Qui sto troppo bene”.
Al di là delle smentite, ‘sirene’ ci sono state: hai rinunciato ad un bel po’ di soldi eppure hai sforato il tetto ingaggi della Roma. Ti senti più responsabilizzato?
Io mi sono sempre sentito responsabilizzato qui a Roma, per il fatto che sono romano, perché da diversi anni mi sono sentito importante per questa squadra. Le responsabilità non aumenteranno, saranno sempre le stesse anche perché era difficile aumentarle. Ho sempre sentito giusta pressione e responsabilità su di me: non credo che aumentino in base allo stipendio. Sarebbe grave il contrario. Bisogna avere sempre il massimo della pressione addosso e mostrare il massimo impegno e professionalità a prescindere dai guadagni. Non posso dire che mi impegnerò di più perché guadagno di più. Certo sono contento perché percepirò molti soldi che qui a Roma mi fanno felice anche da questo punto di vista. Ma sul legame con la mia squadra questo non incide".
Spesso il rinnovo di un contratto incide sulle prestazioni di un giocatore. La tua è stata una trattativa lunga, eppure tu hai sempre giocato con continuità e sempre meglio.
"Io non ho mai avuto grandi problemi per il rinnovo. Forse il penultimo è stato un po’ più complicato, perché ero più giovane e comunque c’era uno scalino alto da superare: provenivo da un contratto da primavera ed era il primo contratto importante anche in virtù del fatto che ero velocemente approdato in Nazionale. Questo non è stato difficile. Non voglio fare un film sulla famiglia Sensi: quando ci si incontra c’è sempre un pochino da discutere, c’è sempre da tirare un po’ la cinghia. Io volevo guadagnare più possibile, la società cercava di darmi meno possibile, ma questo è nella natura delle cose, in qualsiasi mercato. Però ripeto sin da subito ci siamo trovati molto vicini: la mia voglia di rimanere c’era e si sapeva. Anche il lato economico è stato un piacere".
Una battuta particolare nei giorni scorsi a Spalletti: ‘l’allenatore del Chelsea’. Che idea ti sei fatto di quella vicenda?
"I comportamenti di Spalletti sono sempre stati esemplari. Quella vicenda non la conosco perché ero impegnato agli Europei: la mia era una battuta semplicissima, come faccio spesso. Però il fatto che l’abbia cercato un club così importante che probabilmente dal punto di vista economico può prendere chi vuole, ti fa capire quanto abbiamo lavorato bene, quanto sia bravo lui. Comunque le richieste vanno di pari passo all’allenatore e ai giocatori: significa che la squadra sta facendo bene. Cmq lui rimane l’allenatore della Roma: se ci fossero stati dubbi non mi sarei permesso di fare una battuta del genere. Mi faceva ridere pensarlo al Chelsea, magari uno è abituato a vederlo qui assieme a Domenichini e Bonaiuti e a immaginarli al Chelsea a parlare con Ballak. Sia chiaro, non per loro: sono molto più bravi di tanti allenatori pluridecorati".
La vicenda societaria: come è stata vissuta da voi giocatori? Apprendevate le notizie solo dai giornali?
"Sui giornali si leggeva sempre, anche se la situazione non è mai stata molto chiara: a volte sembrava che lo fosse. Come se si trattasse di qualcosa di imminente. Poi arrivava un comunicato e il giorno a seguire di nuovo indiscrezioni sui giornali. Noi la vivevamo con un pizzico di curiosità, cercando di capire chi potevano essere queste persone interessate: come si dice, chi lascia la strada vecchia per la nuova… Comunque c’era massima serenità: nell’ipotesi peggiore rimaneva tutto così. E non credo sia un grande male. Poi se qualcuno c’è rimasto male, io davvero non lo capisco. Noi continueremo a fare bene come negli ultimi anni, con lo stesso organigramma: quando i rodaggi sono beni oleati è meglio non cambiarli".
Ti sentirai condizionato adesso per i rigori?
“Se vogliamo entrare nello specifico, il dispiacere è perché avevo provato a tirare il giorno prima e avevo sempre aperto il piattone. Poi arrivo li e mi sento di chiudere. Avevo visto tramite le cassette che Casillas era scattante, ma sul basso. Mi sentivo sicuro nel tirarlo alto. A volte avevo segnato la e a volte no. Ci si allena sui rigori, ci si migliora. Quando arrivi li però la porta è un pò più piccola. Si migliora e si continua nel rispetto delle gerarchie. Normale dire dopo che se la tiravo dall’altra parte facevo gol . Sicuramente mi allenerò. Come per le punizioni, voglio migliorarmi sui rigori. Non basta sentirsela per i rigori, devi essere il più freddo possibile”.
Gente a te vicina diceva che te non volevi sapere delle altre eventuali offerte, vero?
“Fa sempre piacere che una squadra ti vuole, a tal punto di fare offerte importanti. Ho sempre voluto saperlo ma per un fatto personale, mi piace. Non lo dirò mai. Dietro di questo naseranno leggende. Sempre desiderato sapere tutto. Per questo c’è anche un procuratore e fa benissimo il suo lavoro. Ho sempre saputo tutto e ribadito la mia volontà.
L’Inter sta investendo molto.
“Non mi interessa molto. Noi dobbiamo migliorarci. Sappiamo quali sono le nostre possibilità. L’unica cosa, il mercato è lungo, c’è tempo. La Roma ha bisogno di essere puntellata. Non ci serve comprare dieci giocatori. Noi siamo un’ottima squadra. La Roma ha bisogno di acquisti mirati e i primi due sono la dimostrazione lampante che si lavorare in tal senso”.
Sarebbe una sorpresa se ai prossimi mondiale tornasse in nazionale Totti?
“Mi farebbe piacere, sono valutazioni che deve fare lui . Dal punto di vista fisico potrebbe essere un ostacolo in più. Il Mondiale potrebbe essere uno stimolo in più. Sappiamo il tour de force che ha fatto lui in Germania. A qualcuno non è bastato l’attaccamento. Ci ho parlato con lui ma non di questo”.
Tu rimani ma per vincere cosa?
“Scudetto e Champions League. Il sogno che ho da bambino, sono comunque soddisfatto di ciò che ho. Del fatto che rimarrò qui. Rimanere, senza vincere qualcosa di grande sarebbe brutto. Siccome rimarrò qui fino a quando mi reggeranno le gambe, spero di alzare qualcosa di più importante. La Coppa Italia è comunque importante. Lo desiderano tutti, un conto è il tifo ed un conto è la carriera, dove vincono tutti e te no”.
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